11.07.2025
La relazione del Presidente Antonio Patuelli all'assemblea dell'Abi
Oggi a Milano si sta tenendo l’Assemblea annuale dell'Associazione Bancaria Italiana, aperta dalla relazione del Presidente Antonio Patuelli, cui seguono gli interventi del Governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta e del Ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti.
Di seguito il testo integrale della relazione del Presidente Antonio Patuelli
Assemblea ABI 2025 - Relazione del Presidente Antonio Patuelli
Viviamo indescrivibili preoccupazioni per i conflitti in Europa e in Medio Oriente, i più gravi dopo la seconda guerra mondiale.
Angosciano il brutale uso della forza e gli aspetti umanitari, con infinite perdite di vite umane e i rischi che le guerre si incancreniscano e si diffondano.
Ha ragione Papa Leone XIV che occorre disarmare le parole.
Poi vi sono le preoccupazioni per le ricadute sull’economia, la fiducia internazionale, i commerci, i costi dell’energia, con i rischi di ripresa dell’inflazione e dei tassi.
Difronte alle crisi, le banche sono molto esposte, come più complessi e sensibili anelli di connessione fra i fattori dell’economia.
Inoltre viviamo una fase inedita di grandi incertezze fra le due sponde dell’Atlantico.
Permangono troppo alti costi energetici soprattutto per imprese e famiglie italiane.
Due agenzie internazionali di rating e il Fondo Monetario Internazionale hanno giustamente migliorato le valutazioni sull’Italia (cui hanno concorso anche le banche), ma i conflitti rischiano di appesantire l’economia.
Occorre che l’Unione Europea assuma rapidamente maggiori responsabilità, con nuove regole istituzionali, per non essere paralizzata da veti di piccole minoranze, e realizzando nuovi obiettivi d’integrazione.
Un salto di qualità necessita anche il MES, pensato in altre epoche come strumento intergovernativo: occorre trasformare il MES in un organismo della UE, con le stesse regole di trasparenza della BCE verso il Parlamento Europeo e con finalità più coerenti alle nuove sfide.
Le regole di Basilea 3+ prudenziali per le banche, a lungo negoziate e concordate fra le Banche Centrali d’Occidente, non stanno entrando in vigore contemporaneamente e subiscono differenti applicazioni che alterano la concorrenza: tali disparità hanno preceduto l’annunzio dell’introduzione o accentuazione di dazi che contraddirebbero le libertà regolate dei mercati.
Se si sviluppassero guerre commerciali, i mercati ne soffrirebbero, aumenterebbero le incertezze per le imprese, i crediti potrebbero deteriorarsi maggiormente e le banche ne subirebbero gli effetti.
Si rischierebbe una nuova recessione.
Occorre disinnescare i rischi di protezionismi e nuovi dazi, misure vecchie quanto il mondo, che penalizzano il libero mercato, le crescite economiche e sociali e la prosperità globale.
Non basta cercare di evitare nuovi dazi: occorre più dinamismo, semplificando, non abolendo le norme europee e italiane.
Occorre riesaminare i fattori economici per favorire più cospicui e stabili investimenti produttivi del risparmio e degli utili delle imprese.
Concordiamo col Presidente di Confindustria Orsini: o viene potenziata l’IRES premiale, o viene ripristinata l’ACE per patrimonializzare e incrementare gli investimenti delle imprese.
Vi è più offerta di credito, con grande concorrenza da parte delle banche: le famiglie stanno incrementando gli investimenti soprattutto nella casa, mentre innanzitutto le incertezze internazionali rallentano le scelte di investimenti delle imprese che evidenziano elementi di ripresa in varie regioni italiane.
Rinnovate garanzie possono incoraggiare nuovi investimenti delle imprese.
Finché non vi saranno gli auspicati codici europei di diritto bancario, finanziario, tributario e penale dell’economia, occorre che le politiche nazionali garantiscano un equo quadro competitivo nell’Unione europea.
Ha ragione il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta: le libertà “di commerciare beni e servizi, di investire attraverso le frontiere e condividere conoscenze e idee” sono “pre requisiti per assicurare prosperità e pace”.
Per Luigi Einaudi “la pianta della concorrenza non nasce da sola, non è un albero secolare che la tempesta furiosa non riesca a scuotere; è un arboscello delicato il quale deve essere difeso con affetto contro le malattie dell’egoismo e degli interessi particolari e sostenuto attentamente contro i pericoli che d’ogni parte del firmamento economico lo minacciano”.
La concorrenza va sviluppata e tutelata sempre, anche fra banche e attori finanziari non tradizionali che debbono applicare identiche normative.
Occorre far progredire l’Unione bancaria europea, bloccata per un decennio da discussioni sulla garanzia europea sui depositi (ora è dei Fondi interbancari nazionali) e di connessi limiti alla detenzione del debito pubblico da parte delle banche.
L’Unione bancaria europea deve passare rapidamente dalla prevalente Unione di Vigilanza, all’Unione anche delle regole societarie, del mercato, del risparmio e degli investimenti.
Concordo col Governatore Panetta: “la semplificazione deve iniziare dall’armonizzazione normativa tra gli Stati membri, evitando che gli operatori attivi su più mercati debbano confrontarsi con regole diverse. Nel settore bancario l’obiettivo deve essere la predisposizione di un corpus normativo coerente a livello europeo, fondato su un “testo unico” valido in tutti i paesi”.
Tutto ciò deve garantire uguaglianza dei punti di partenza nella competizione, con regole uniche di democrazia economica europea.
La Commissione Europea ha finalmente approvato la proposta di Unione del Risparmio e degli Investimenti, per accelerare le Unioni bancaria e del mercato dei capitali, per favorire gli investimenti del risparmio per la competitività e lo sviluppo.
E’ una svolta positiva che recepisce diverse nostre richieste, con scadenze vicine, che si assomma alle nuove proposte della Commissione per semplificare le norme per un’economia più sostenibile.
Occorre ridurre gli adempimenti burocratici per gli obiettivi di sostenibilità che debbono essere perseguiti senza scaricare sulle banche compiti impropri.
Le maggiori sensibilità ambientali, sociali e di govenance rappresentano prioritarie strategie da perseguire giorno per giorno, per una società più giusta, non accrescendo la già eccessiva burocratizzazione.
L’Euro si sta ben diffondendo nei mercati internazionali e si sta rapidamente anche rafforzando soprattutto sul dollaro: attenzione ai rischi di penalizzazione delle esportazioni!
Le banche nell’Europa dell’Euro operano con tassi della BCE, anticipati da quelli di mercato, che sono più bassi di tutti quelli dell’Italia unita e sono circa la metà di quelli di USA e Gran Bretagna, e molto inferiori a quelli dei Paesi UE non appartenenti all’Euro. Ciò contribuisce a rendere meno costose le nuove emissioni del debito pubblico, favorisce gli investimenti di famiglie e imprese e costringe le banche ad operare con inferiori margini di interesse.
I tassi non sono l’unico fattore produttivo di concorrenza fra le economie: occorrono misure fiscali più competitive innanzitutto per i risparmiatori di lungo periodo ed una sempre maggiore lotta all’evasione fiscale, pur in un quadro di crescita delle entrate tributarie erariali in Italia.
Le banche in Italia hanno subito profonde crisi che hanno colpito diverse tipologie societarie e dimensionali e penalizzato il mondo bancario in fiducia e per gli oneri dei salvataggi.
La ripresa delle banche in Italia, elemento fondamentale di stabilità e sviluppo, sotto la Vigilanza della Banca d’Italia e della BCE, è maturata prima della fine della lunga fase dei tassi a zero della BCE ed è dipesa da plurimi fattori. Sono state determinanti:
-le grandi ricapitalizzazioni delle banche, con gli aumenti di capitale e i continui cospicui accantonamenti di utili a riserve;
-le costosissime svalutazioni di crediti deteriorati;
-le profonde riorganizzazioni effettuate anche con i responsabili e costruttivi comportamenti delle Organizzazioni Sindacali del settore bancario (con le quali vengono adeguatamente rinnovati i Contratti e gli accordi) e con la tutela di ciascun lavoratore, in un mondo che fa evolvere rapidamente le professionalità nelle banche, con continui aggiornamenti culturali e professionali;
-i grandi e continui investimenti in sempre più nuove tecnologie che le banche effettuano in concorrenza anche con gli operatori non bancari.
L’accelerata modernizzazione bancaria, pur in presenza sempre di qualche criticità da non sottovalutare, ha reso più efficienti, competitive e redditizie le banche, pur gravate da tassazioni appesantite dalle cospicue addizionali IRES e IRAP.
Queste accresciute solidità delle banche sono indispensabili:
-per garantirne la stabilità prospettica, per sempre nuovi investimenti innanzitutto tecnologici e per la continua maggior tutela dei dati;
-per sostenere l’applicazione dell’intelligenza artificiale e le innovazioni per migliorare sempre più i servizi per i clienti;
-per difendere sempre ulteriormente il mondo bancario e i clienti dagli infiniti attacchi criminali alla sicurezza tecnologica in un mondo sempre più instabile;
-per affrontare le nuove criticità dei mercati internazionali;
-per garantire sempre nuove possibilità di finanziamenti alle imprese e famiglie.
Viviamo tempi di grandi potenzialità e sfide dell’intelligenza artificiale, di continue guerre tecnologiche: è la nuova frontiera per la tutela delle libertà, anche difronte a rischi di monopoli tecnologici e nella lotta all’abusivismo finanziario, ben condotta da Consob e dalle altre Autorità.
Difronte all’intelligenza artificiale occorre innanzitutto spirito critico, come ha detto Papa Leone XIV.
L’inderogabile e assoluta tutela dei dati e le continue innovazioni tecnologiche sono gli obiettivi primari delle banche.
L’innovazione e la sicurezza digitale debbono procedere insieme, sconfiggendo quotidianamente un’infinità di tentativi di intrusione.
Le banche operano in strettissima collaborazione con le Autorità per la sicurezza tecnologica.
Il regolamento DORA della UE, per la resilienza digitale del settore finanziario, sta rafforzando la sorveglianza sui fornitori dei servizi tecnologici, la gestione dei rischi aziendali e la resistenza agli attacchi. Ma DORA non è l’obiettivo massimo che le banche debbono raggiungere per la gestione dei rischi informatici, ma quello minimo obbligatorio per tutti, per la prevenzione di ogni violazione della riservatezza dei dati.
Con MiCAR le Autorità europee scoraggiano le molto rischiose cripto attività speculative.
La sicurezza tecnologica non è un punto d’arrivo, ma un processo continuo e infinito.
Occorre inflessibilmente tutelare i dati da ogni tipo di intrusioni.
Dinanzi alle continue, profonde innovazioni tecnologiche che producono anche continui cambiamenti nel mondo del lavoro, le banche sono e debbono essere pronte a raccogliere le sfide con nuove professionalità e nuove iniziative imprenditoriali.
Di fronte ai rischi delle pseudo cripto valute e dei cripto-derivati, innanzitutto di illegalità e riciclaggio, devono essere esaminati i progetti, pubblici e privati, di nuovi circuiti europei di pagamenti che possono rappresentare processi di resilienza, competitività e sovranità monetaria europea, che devono essere sviluppati in stretta applicazione delle normative antiriciclaggio (sulle quali le banche collaborano strettamente con le Autorità) e che non devono penalizzare la indispensabile solidità di liquidità delle banche.
Intanto, come certifica Banca d’Italia, con continue innovazioni e alta concorrenza, calano sempre più i costi dei pagamenti elettronici per gli utenti, e in Italia sono fra i più bassi d’Europa.
Le nuove tecnologie non sono l’unica causa delle riduzioni delle operazioni bancarie nelle filiali: altri fattori vi concorrono, soprattutto nelle aree che si stanno spopolando per diversi fattori, fra cui la concentrazione degli investimenti nelle zone meglio collegate da infrastrutture materiali e immateriali.
Gli Appennini, il Mezzogiorno e anche talune zone delle Alpi sono spesso più difficilmente raggiungibili da strade, ferrovie e dalle più moderne tecnologie.
Le attività bancarie, tutte in concorrenza fra loro, non precedono, ma seguono i flussi di popolazione e di attività economiche.
Occorre che le Istituzioni europee, statali e regionali investano sullo sviluppo sostenibile nelle zone meno popolate, ne incentivino il ripopolamento e le modernizzazioni innanzitutto infrastrutturali e tecnologiche.
Apprezziamo la Proposta di legge presentata in Parlamento dal CNEL perché le banche non siano escluse dalle indispensabili gare per le Tesorerie comunali dei piccoli centri.
E’ nostro obiettivo strategico contribuire alla responsabile crescita della democrazia economica, con più educazione finanziaria pubblica e privata, cui le banche concorrono, con l’impegno infaticabile della Fondazione per l’Educazione Finanziaria e il risparmio (promossa da ABI), con l’azionariato diffuso e con sempre più responsabili rapporti con i consumatori.
Le banche hanno elevate sensibilità sociali che si manifestano innanzitutto nei momenti di calamità naturali dove sono sempre in prima fila per sostenere le popolazioni e le imprese colpite.
Le banche sono all’avanguardia negli equilibri e nelle opportunità professionali dei generi e hanno rilevanti sensibilità sociali dirette ed indirette (tramite qualificati azionisti come le Fondazioni di origine bancaria) per la giustizia sociale, dinanzi alle crescenti disuguaglianze, alle nuove povertà e ai problemi dei giovani: anche il nuovo Contratto Nazionale di Lavoro dei Bancari ha spiccate, innovative sensibilità.
Ogni giorno le banche sostengono le innovazioni, la ricerca scientifica, la crescita dei giovani, il lavoro femminile e i grandi progetti sulle infrastrutture di ogni tipo, accompagnano le imprese che vogliono crescere e le famiglie a costruire il futuro.
L’ABI, associazione di imprese diverse e in concorrenza, sempre indipendente e costruttiva verso lo sviluppo sostenibile, è impegnata innanzitutto per l’etica che emana dai principi della Costituzione della Repubblica, per concorrere, come prescrive l’articolo 4, al progresso materiale e spirituale della società.
Le principali sfide al mondo bancario, a cominciare dalla rivoluzione tecnologica e per un futuro più sostenibile, vengono affrontate dall’ABI con lungimiranza e nel costante rispetto delle regole della concorrenza.
Ringraziamo tutti gli Organi dell’ABI, che garantiscono una continua, tempestiva e trasparente collegialità, e il nuovo Direttore generale Marco Elio Rottigni che sta dando importante impulso alla riorganizzazione e al dinamismo dell’Associazione, anche con la crescita del ruolo dei Comitati tecnici che coinvolgono tutti i settori dell’Associazione.
Ringraziamo tutti coloro che lavorano nelle banche e in ABI, impegnati quotidianamente per lo sviluppo economico e sociale, nell’applicazione scrupolosa di tutte le regole.
Ricordiamo commossi il collega e Amico Angelo Campani improvvisamente scomparso in questi giorni.
Ringraziamo l’Università Bocconi che oggi ci ospita e la città di Milano, dove nel 2019 abbiamo riunito l’Assemblea del Centenario della nascita dell’ABI.
Ottant’anni fa, nel 1945, Stefano Siglienti e altri banchieri impegnati per alti ideali di libertà, rifondarono l’ABI, per la crescita morale, economica, civile e sociale della nuova Italia.
Muoveva quei Banchieri di libertà e muove noi, loro eredi morali, convinzioni profonde per un mercato ben regolato, dove operare con piena democrazia economica, frutto di costituzionalismo e di bilanciamento di doveri e diritti, nella certezza del diritto, senza eccessi burocratici, nel perseguimento costante dei principi etici anche dello Statuto dell’ABI, da noi integrati e aggiornati.
Siamo impegnati per l’etica della libertà e della responsabilità, un’etica anche superiore alle disposizioni di legge.
La principale eredità lasciataci da Siglienti è l’intransigenza morale.
Milano, 11 luglio 2025